Il 6 Agosto del 1945 l’Umanità fece un altro passo verso la propria autodistruzione: gli Stati Uniti sganciarono la prima bomba atomica. L’onore di tale battesimo toccò a Hiroshima, città giapponese. Non contenti, ne buttarono un’altra tre giorni dopo, a Nagasaki, anche se non era lei la predestinata, ma Kokura, che si salvò perché coperta dalle nubi.
Tra i pochi sopravvissuti ce ne sono alcuni che fanno parte di un gruppo elitario, quelli che hanno avuto l’onore di viversele entrambe e di sopravvivere. Tra questi, uno dei più famosi, anche perché parecchio longevo nonostante tutto, è Tsutomu Yamaguchi (山口 彊 Yamaguchi Tsutomu) nato a Nagasaki, 16 marzo 1916 e morto, sempre a Nagasaki, il 4 gennaio 2010. Il 6 Agosto era a Hiroshima per lavoro, a tre km dall’esplosione e venne travolto mentre scendeva da un autobus; si ritrovò temporaneamente accecato (anche se lui, in quel momento, non sapeva della temporaneità), con i timpani distrutti e gravi ustioni su tutto il corpo. Restò in un rifugio antiaereo fino al mattino successivo quando fece rientro a casa, nella sua Nakasaki. E dopo tre giorni altra bomba, ma stessa distanza: 3 km, numero perfetto.
Divenne un attivista anti nucleare instancabile e mai domo.
Queste alcune sue frasi:
“La ragione per cui odio le bombe nucleari è per ciò che fanno alla dignità degli esseri umani”
«La mia doppia esposizione alla bomba è ora un record ufficiale. Ciò può insegnare alle nuove generazioni l’orribile storia dei bombardamenti nucleari anche dopo la mia morte»
«Non riuscirò mai a capire perché il mondo non possa capire l’agonia delle bombe nucleari, come possono continuare a sviluppare simili armi?»
«Era mio destino che subissi ciò due volte e che sopravvivessi ad entrambi per testimoniare ciò che accadde»
Scrisse pure un libro e prima di morire partecipò a un documentario (nel 2006) intitolato Nijuuhibaku (Bombardati due volte) sulle 165 persone ufficialmente vittime di entrambe le bombe atomiche giapponesi proiettato persino alle Nazioni Unite.
E dopo 70 anni?
Come sempre abbiamo imparato la lezione.
L’artista giapponese Isao Hashimoto ha dedicato a questa follia una personalissima trilogia:
1945-1998: in 14 minuti vengono spiegate al dettaglio tutte le bombe esplose nel periodo che titola l’opera (2053!), quando, chi e dove di ognuna. Lo schema è una mappa del mondo. Ad ognuno di noi non resta che immaginare i popoli che hanno dovuto emigrare. Un esempio? Gli abitanti di Muroroa, strappati dalla loro terra, un arcipelago paradisiaco nel Pacifico, perché i francesi dovevano sperimentare.
In 11 anni abbiamo smantellato 4000 bombe, sarebbe una buona notizia se non per il fatto che anche una sola è già troppa.
Altreconomia, uno dei pochissimi rifugi del giornalismo, il 14 Luglio scorso ha pubblicato un articolo (da cui noi abbiamo attinto i dati) in cui ci spiega perfettamente lo stato nucleare mondiale.
“L’origine della pace è avere un cuore che comprenda il dolore dell’altro”